Non mollare mai

No... non ho un rigurgito da... e nemmeno da...
Semplicemente stavo pensando che veramente nel mio caso si può dire che non mollo mai, mai, mai. La presa, intendo. La speranza. La decisione di provare e provare.

Già, è una caratteristica proprio mia.
Che sembra strano, perché non si direbbe, o no? Amici, voi che mi leggete qua non mi avete mai visto giocare a calcio veramente. Forse Lisa una o due volte, forse Albe e Debora, Daniele se legge, ma credo di no, come credo di no Paolino. E poi loro due un'idea ce l'hanno di me calciatore e non credo sia quella giusta. Ma in campo non ho mai mollato un secondo. Cosa che se mancavano trenta secondi e si era sotto di tre goal io ci credevo ancora e la fine della partita era sempre una delusione enorme: "manooo!!! Che potevamo farcela!" Ovvio era molto più appariscente il fatto che non facessi falli, che non mi arrabbiassi, che non perdessi la calma quasi mai. E allora giù a pensare che fossi molle, debole e arrendevole. Beh... credo che gli "adulti" si rendessero più conto del mio vero animo. Infatti fra tutti i dirigenti/accompagnatori/spettatori abituali del mitico Piateda avevo un sacco di ammiratori spassionati. Il Capitano era il Capitano e non mollava mai. Ed è vero. Non mollavo mai. Quante volte mi son fatto sostituire perché troppo snervato dalla pochezza dei miei compagni? Mai. Oppure quante volte mi sono arrabbiato per la frustrazione di non potercela fare? Nemmeno una. Io non mollo la presa nemmeno se mi spezzi le ossa. Lo decido io quando smetto di correre dietro al pallone. (Frecciatina a qualche compagno/amico di gioco, eh?!? Ma non arrabbiatevi, qua quello che si doveva incazzare per come lo trattavate ero io... ricordate?) Per non parlare delle volte in cui ho giocato in condizioni fisiche disastrose (qua posso anche darmi del coglione, le mie caviglie, le dita dei miei piedi e le mie ginocchia ringraziano tutte in coro) e comunque estratto prestazioni dignitose (e qua faccio il modesto... ma forse erano più che dignitose...), quando altri per un dolorino... "ahia... ho la bua!".

Beh... questo eccesso di fiducia, di speranza, di voglia, me lo porto dietro anche nella vita. Poi la vita è un po' più difficile di una partita di pallone e quindi mi è più facile demoralizzarmi. Però, essendo un inguaribile ottimista, mi riprendo presto, se nessuno continua a bastonarmi.

Per questo oggi è una bella giornata. Il sole stava splendendo quando sono uscito dal lavoro. Il mare, laggiù in fondo alla discesa/salita della fermata dell'autobus invogliava a prendere la tavola e a buttarsi nella tenzone, anche se le onde erano un po' piccole. E la musica nelle orecchie era la nostra canzone (già, ho deciso di eleggere quella canzone... come quale? Quella che mi hai insegnato tu, tonta! Beh, ho deciso di eleggere quella canzone come nostra canzone!) e così ho deciso di scriverti. Ma giusto per sapere come stai, dove vai, con chi sei.

Solo perché sono ottimista, e quando sono ottimista non importa cosa sia la nostra relazione (non esiste relazione... d'altronde!), importante è sapere che mi piace sapere come stai e farti sapere come sto. Il resto rimane un po' più indietro, sfumato, in secondo piano. È importante, ma non può annullare il piacere che abbiamo nel sentirci, no? O, meglio, il piacere che ho nel sentirti viva in me. Poi magari il contrario non è vero, ma che importa?

Per ora sto bene così.

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