In viaggio per le Canarie Occidentali - 3
Giovedì 23 agosto
Al giorno successivo
sveglia, colazione al bar, spesa al mercato comunale per i viveri,
che saranno prosciutto (2 fette), pomodori (2), carota (1), pane (1),
pezzo di formaggio (1), paraguayos (2) e aqua (2L e mezzo). E via
sulle linee autobussistiche gomereñe. Si comincia a salire e il
paesaggio è mozzafiato. Dirupi, rocce, arbusti spogli e curve. Dopo
un piccolo inconveniente (si sbaglia a scendere) e un 20 minuti di
viaggio l'autobus ci lascia nel mezzo del parco (e nel mezzo della strada, ci
toccherà una mezz'oretta a piedi per arrivare all'inizio del
sentiero). Siamo in mezzo alla “Laurisilva”, il bosco che un
tempo ricopriva tutta l'Europa (quando qua era tutta campagna!) e la
sensazione è piacevole. Fa caldo, il sole splende, ma siamo sotto
alle foglie e la temperatura è sopportabile. Il sentiero
inizialmente costeggia la strada, ma presto la abbandona per salire
su un'altura dove si sbuca dal bosco e si ha una bellissima
panoramica della zona orientale del parco. Poi ci si riimmerge e si
comincia a scendere. Incontriamo di nuovo la strada che attraversa il
parco da sud a nord e si prende una mulattiera in direzione de El
Cedro.
Questa mulattiera è lastricata di grosse pietre e scende
velocemente fino a uscire dalla zona del parco e del suo bosco
lussureggiante. Si arriva alla località de El Cedro, ci si orienta
solo grazie alle indicazioni lasciate da organizzati tedeschi sui
pali delle indicazioni ufficiali e particolarmente spogli di esse. El Cedro è un gruppo di casolari sparsi, terrazzamenti e
poco altro, se non un'area di sosta e picnic e un campeggio. Qui si
incontra un rivolo, un ruscelletto, un miraggio! Acqua dolce corrente
alle Canarie! E si continua a scendere per andare a visitare il salto
d'acqua più spettacolare di tutto l'arcipelago: 200 metri di
stupore!
La discesa è ardua, si
incontra gente strana (tipo 2 italiani, uno di Varese e lei di Lecce
che vivono a Brescia...) e finalmente si raggiunge un “mirador”,
a metà discesa, che permette la vista della cascata. C'è più acqua
nei malleretti in secca che nella cascata, però qualcosa cade ed
effettivamente il salto è spettacolare. Continuiamo a scendere,
spinti dal miraggio di un bacino a fondo valle. Il calore comincia a
essere soffocante, per fortuna raggiungiamo la diga, piccola, e
giusto verso la cascata c'è un'altra cascatella all'ombra dove
decidiamo di fare sosta e mangiare. L'acqua è fresca e rilassa i
piedi. Mangiamo il nostro lauto pasto e via di nuovo verso la
Hermigua. Dopo la diga cominciamo a seguire le tubazioni dell'acqua e
il sentiero diventa molto bello. Sembra di essere da qualche parte
sulle Ande, terrazzamenti, montagne verdi e curve e salti. Giusto
dietro un'ultima curva si apre una visione insolita, uno sperone di
roccia che spunta verso l'alto in mezzo a una valle e le prime case e
coltivazioni di la Hermigua.
Un'altra mezz'oretta di
cammino e finalmente si raggiunge il centro abitato. Tocca scendere
dalle prime case verso il fondovalle, e domandare dove cavolo è la
fermata dell'autobus perché non è indicata. Ma ci si riesce, e
sopratutto ancora prima dell'arrivo dell'autobus un taxi ci raccoglie
e per lo stesso prezzo, o un po' meno, ci riporta a San Sebastian.
Ultimo giretto per la capitale e a cena.
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