In viaggio per le Canarie Occidentali - 4


Venerdì 24 agosto

Si parte per El Hierro! Appuntamento alle nove al porto, si prenderà una nave super veloce di Fred Olsen... che arriva con mezz'ora di ritardo. No problem. Il viaggio è veloce, comodino, non troppo, e puzzolente causa aria condizionata che sa di asciugamano bagnato. Lasciando il porto si vede Tenerife, enorme e ingombrante.



A El Hierro ci accoglie un vento che quello di Fuerteventura è niente. Il primo problema che ci si presenta è come cavolo andare a Valverde, dove abbiamo prenotato la camera. Il porto è a livello del mare mentre la capitale, come quasi l'80% di cose da vedere sull'isola, è a 500 metri. Cerchiamo di accaparrarci una macchina in affitto, ma sono finite, e così ci tocca prendere l'autobus locale. Parte tutti i giorni una volta al giorno dal porto per salire a Valverde. Quando parte? Quando sono scesi tutti i passeggeri del traghetto, ovviamente: orario perfetto!

Dopo dieci minuti di viaggio si arriva alla città, 5 abitanti pieni di vita e allegria. La città son 2 strade. Il nostro ostello è su una di esse, in pieno centro e di fianco alla chiesa. Lasciamo i bagagli e decidiamo di fare una passeggiatina. Scendere a La Caleta, a 4 km di distanza, per fare il bagno. I sentieri sono segnalati perfettamente, anche se le distanze e i tempi di percorrenza non troppo. Lungo la discesa ci toccherá fare 5 km, poi 3,3, poi 4... e dovremmo impiegare 1h e 45 minuti. Questo secondo le indicazioni incontrate in punti diversi della discesa. Alla fine della fiera impieghiamo poco più di 1 ora e faremo si e no 3 km e mezzo.

A La Caleta ci aspettano delle pozze innaturali molto belle. Innaturali? Già, costruite artificialmente, ma bisogna dire molto bene e splendidamente attrezzate, con docce di acqua dolce, piscinetta per i più piccoli e accessi all'oceano con scalette. Siamo in un piccolo golfo e nonostante le onde arrivino non sono pericolose. L'acqua è rinfrescante ma non fredda ed è un piacere fare un bagno. Dopo poco più di un'ora ricominciamo la salita. Se la discesa era stata fatta lungo il sentiero locale 5.1, la salita sarà lungo il 5.2, più diretto, indicato con 4 km di distanza e percorrenza 45 minuti. 45 minuti “tu p*** madre!”. Chissà Armstrong al massimo della forma (e del doping) ci impiega 45 minuti. Noi, più modestamente, arriveremo dopo 1 ora e un quarto, morti però contenti di aver incontrato un albero di fichi pieno di frutti pronti e succosi.

La sera giretto e andiamo a cenare a La Taberna del Pueblo (o nome similare). Un pub con un bellissimo ambiente, però cucina così così.

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