Il coraggio delle proprie scelte...

L'indirizzo del post precedente non è altro che l'indirizzo dell'ostello dove ho dormito sabato notte (beh... nemmeno troppo).

Stockholm, 13 - 14 settembre 2008. Questo è un fine settimana che ricorderò per molto tempo. Non c'è molto da raccontare, oppure ci sarebbe tantissimo da raccontare.
Il viaggio è cominciato nel migliore dei modi: bloccato nella porta girevole dell'aeroporto di Fuerteventura. Fortunatamente il blocco è durato 30 secondi, però... quando si dice la sorte. In ogni caso il viaggio ha proseguito senza ulteriori intoppi. Nel giro di poche ore (diciamo... 12?) mi sono ritrovato delicatamente posato in quel di Skavsta, Nyköping a 100 chilometri circa dalla mia meta. Ora dello sbarco: 23e25. Il cielo limpido e la luna splendente, scendere dalla passerella e vedere il proprio fiato condensarsi nel freddo della notte è stato bellissimo, tanto che mi sono messo a ridere e, non l'ho ancora confessato a nessuno (nemmeno a te), quasi una volta arrivato a terra volevo inginocchiarmi e baciare il suolo di questo mondo meraviglioso. Ma non l'ho fatto, semplicemente mi sono diretto verso l'edificio dell'aeroporto pensando che, alla fine, stavo facendo proprio la cosa che desideravo fare.
In aeroporto ho trovato immediatamente un distributore di denaro automatico (bancomat?) e ho ritirato le mie prime 500 Corone Svedesi (scoprendo, il giorno successivo, che in qualsiasi luogo si paga con carta di credito/bancomat e quindi non ne avevo bisogno, ma tant'è!).
Poi mi prendo qualcosa da bere e mangiare e inizia l'attesa (non ve lo racconterò, però questo è stato un viaggio di attese infinite: ho quasi finito Ivanhoe durante queste attese e ho letto un numero intero del National Geographics). Dormire si presenta quasi impossibile. Misto di problemi ambientali e pensieri mi impediscono di spegnere la luce mentale per più di mezz'ora.
Il mattino, comunque, fortunatamente arriva. Però la notte insonne mi lascia poca chiarezza mentale e così tardo moltissimo a mettermi in moto. Finalmente alle 10 e 11 prendo il treno che mi porterà a Stoccolma, con solo 15 minuti di ritardo sull'appuntamento con V.

Il viaggio in treno è semplicemente fantastico. Vedere i campi, i boschi, i laghi e le case rosse svedesi riempie il cuore e impedisce il sonno che normalmente in viaggi simili mi assale dopo nemmeno cinque minuti. Invece resisto quasi una ora, assalito dal piacere di quei paesaggi che conosco da sempre, ma che da molto non vedevo. Mi addormento appena prima di arrivare a Stoccolma e dormirò 10 minuti prima di prepararmi all'incontro... tanto atteso.

Che dire? È stato come ritornare a mesi fa. Aspettare di vederti per iniziare a parlare. Per iniziare a guardare e guardare dove guardi. E camminare.

Abbiamo percorso tutta la città a piedi e l'ho trovata bellissima. Le case, le strade, il mare e il fiume/lago. I ponti e tutti i parchi, i parchi delle chiese, il cimitero e i due matrimoni che abbiamo visto. Guardare Stoccolma dall'alto, fotografare un vicolo che scende verso il mare con una scala di legno e vederti seduta su quella scala.

L'ostello era in Gamla Stan, la città vecchia. Che è un'isola circondata da mare e fiume. Una casa a più piani, il tetto in legno con le assi a vista pitturate di bianco latte e rosso, il pavimento in legno che cigola un poco sotto i piedi. La piccola stanza con i due letti al terzo piano. La cucina comune con vista sul mare. Besthotel, se volete vi lascio il numero. Vi piacerà. E che bello arrivare e stare dal lato opposto della barra.

Poi camminare verso sud, andare a mangiare un bocata chileno all'aperto, con il freddo che fa lì... e con il sole che spunta e che scalda membra e cuore. Poi altro camminare, il freddo che si fa più pungente e cercare un posto dove scaldarsi un poco. E infine la lunghissima passeggiata vicino a Tivoli, e i discorsi che si fanno seri e importanti.

E arriva l'ora di cena e l'ora di incontrare Enrico e Veronica. Che saranno complici di una serata e un giorno di rara bellezza. Si va a mangiare cercando posti mitici (10 corone per i cappotti?!?!) dove mangiare svedese e dove ci chiederanno se desideriamo per caso il o... SESSO?!? La stanchezza che sale, però andare a prendere una birra è d'obbligo e poi come non ascoltare uno scioglilingua in svedese? Ma i sette marinai che soffrono il mal di mare come stanno adesso?!? La birra molto buona, le chiacchiere si fanno sempre più allegre e adesso sì, hai ragione, manca solo un poco di musica. E tornare a casa...

La domenica ci svegliamo attorno alle 10 e mezza, lasciamo la stanza e andiamo a incontrarci con Veronica e Enrico. Ci aspetta un'altra camminata alla ricerca di cibo. Finiremo a mangiare danese, peccato per il mercato mancato, però non ci lamenteremo alla fine del pranzo. Soprattutto Enrico e "mangia fino a quando non scoppi"...

Quindi torniamo verso la stazione, oramai il nostro week end è finito. Ci separiamo dalla nostra coppietta preferita e... e ora è l'ora del nostro addio.

Saluto Stoccolma e tutto quanto è successo con rimpianto e, per una volta, tristezza nel cuore. Non è normale questo per me... significherà qualcosa.
Pictures of a week end.


Nyköping railway station and a train that leaves for paradise...

A lake passing by while the train runs to Stockholm. It was like coming back home looking at these places again.

Some hidden square in Gamla Stan, just few steps away from the crowd of the old town. A tree in a square... remembers to me a square in Alfama, Lisbon.

Stockholm and its beautiful weather. Get used to it and you'll love this city... and maybe the whole Sweden.

Last supper... until you can!



Final thanks to E., V., Stockholm and V.


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