In viaggio per le Canarie Occidentali - 7

Martedì 28 agosto

Visto il sud il giorno prima, martedì decidiamo di visitare il nord e la caldera. Partiamo da Santa Cruz e costeggiamo la costa est verso nord. La strada si inerpica verso l'alto e presto siamo in mezzo a valli scoscese che scendono verso il mare. La vegetazione è folta ed è un viaggio molto bello, a volte ci si riavvicina al mare e vederlo da in mezzo agli alberi a me piace molto, mi sembra ancora più bello.
Decidiamo di non scendere verso le località della costa e invece di seguire costeggiando l'isola verso ovest e quindi di salire in cima alla caldera per fare una passeggiata. Ci perdiamo in una strada di quelle piccole e perdute in montagna a causa delle pessime indicazioni, però alla fine non è male perdersi in questa stradina. Serpeggia a mezza costa e passiamo attraverso paesaggi mozzafiato... e gallerie dove la macchina, una Panda, passa a stento!






Il viaggio è lungo, la stradina finalmente si riunisce a una strada decente e ci troviamo giusto sotto al Roque de los Muchachos... UUUUUUUUHHHHH!!!!! Giusto sotto a uno dei più importanti osservatori astronomici del mondo! CcAAAZZZZ!!!!!!
E quindi si sale... si sale, si serpeggia, si sale... sale ancora, ancora e ancora. Fino a arrivare ai 2500 metri del roque e a passare in mezzo ai vari telescopi... di cui leggo e ho letto fin da bambino! Il TNG! Il GTC!! Un sogno che si avvera, bellissimo (e pure un po' nauseante... ma questo è per i 2200 metri di dislivello fatti in meno di mezz'ora!). Ci fermiamo proprio in cima al picco e facciamo una piccola passeggiata per il belvedere sulle rocce a strapiombo della caldera. Controlliamo la mappa e preferiamo scendere di qualche centinaio di metri in macchina (e avvicinarci a Santa Cruz di una decina di chilometri) per il Pico de La Nieve, parcheggiare e passeggiare fino al picco... che sarà il luogo dove finalmente scoprirò di essere invecchiato, ma davvero tanto!

Comunque, prendiamo la macchina, scendiamo un pochino fino a rientrare sotto il limite degli alberi in una foresta di pino canario bellissima e quindi troviamo il sentiero. Cominciamo a salire, a salire, a salire e io a morire, a morire, a morire! Non ci posso credere, ma proprio lo dico nel mentre che succede, non ci posso credere!! Non riesco a salire, per fortuna dopo 10 minuti ci fermiamo per pranzare all'ombra di un pinaccio, però nulla cambia quando ripartiamo. Non salgo! E allora, da persona intelligente, dico alla mia giovane Lei di andar su e io mi metto al mio bel passettino da settantenne in forma (ma purtroppo sono un trentasettenne molto fuori forma!) e via... dopo una mezz'oretta di cammino arrivo in cima al Picco della Neve a 2200qualchecosa metri. La vista è bella, l'acqua è fresca e ci fermiamo un po' a fare foto pirla (grazie a un corvo) e a riposare (RIPOSAREEEEE!!!). Si vede Santa Cruz da qua e pure l'aeroporto, l'isola è decisamente bella, la caldera de Taburiente che si apre sotto di noi è impressionante, ce ne sarebbero di camminate da fare! Però è ora di tornare.

Scendiamo a Santa Cruz, rubiamo qualche fico (dico rubiamo, ma mostro prove che indicano che io sono una povera vittima delle circostanze!), ci facciamo fregare da un benzinaio (senza piombo 98... ma vaff!!!) e altra serata a passeggiare per la capitale, così bella e coloniale (cosa cacchio vorrà dire?!?!)

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