Zimiamvia I, II, III

E adesso sono cavolacci vostri.
Il problema è che c'ho tempo; oggi c'ho tempo, visto che ho finito tutto il lavoro del recepcionist notturno alle quattro, ho cazzeggiato fino alle cinque e adesso non so come arrivare alle otto. Considerando che devo svegliare gli svedesi attorno alle sei ho una buona ora per rastremarvi i coglioni.

Dicevamo: Zimiamvia.
Trattasi di trilogia (mmmhh... mi ricorda qualcosa... ma non lasciatevi ingannare, trattasi di trilogia antecedente alla ben più famosa trilogia) scritta, diretta e interpretata da un oscuro personaggio che solo i più assidui cultori del fantasy, quelli che dopo aver letto proprio tutte le saghe ispirate da Torrioni e Dragoni, dopo aver letto proprio tutti gli autori che una volta letto il Signore degli Anelli hanno deciso di scrivere la loro personale allegoria fantastica, dopo tutto questo, dicevo, e dopo aver anche tentato essi stessi la stesura di un nuovo capolavoro fantasy, ecco, proprio quelli, conoscono. Il suo nome, oscuro e oscurato dal tempo, è Eric Rucker Eddison.
Ma con la dieresi sulla "u".

Ecco, detto chi l'ha scritto, e cioè un oscuro lavoratore pubblico di inizio secolo, parliamo dei libri.

Perché, come dicevo, trattasi di trilogia.

Si narrano le storie di un figo della madonna, ma veramente figo. Alto, bello, abile a parlare così come a schermare (va bene, tirare di scherma è meglio...), a cavalcare, a cacciare, comandare battaglioni in battaglia, comportarsi a corte, ballare... insomma: il tipico che mi starebbe immediatamente sui coglioni. Ma invece...
Continuiamo.

Il mondo è un mondo fantastico, ovviamente, ambientato in un medioevo di quelli cortesi, prima dell'introduzione delle armi a polvere da sparo, ovviamente. Lande desolate, infinite pianure, montagne inaccessibili e fortezze imprendibili. Inoltre: mari su cui onde millenarie tracciano sentieri immaginifici e in cui battaglie immortali vengono combattute.
In questo mondo sta per verificarsi un conflitto causato dalla fine di un impero, con avvoltoi pronti a avventarsi su indifese principesse che vivono ignare in lontane e raffinate capitali.
Il tutto condito da incontri cortesi e scontri cortesi. Tutti i personaggi sono il meglio che si possa immaginare dal personaggio: donne bellissime, uomini bellissimi, cavalli bellissimi, palazzi bellissimi... le tipiche cose che dovrebbero starmi sui coglioni. E invece...

La narrazione è fluida e molto ricca. Ma ricca ricca. Ma ricca ricca ricca. Tipo che quando si entra in una sala mi si descrivono gli acquarelli appesi alle pareti; ma mica solo quelli appesi alle pareti della sala adesso che ci entriamo, no! Pure quelli che c'erano appesi nella casa di chi ha dipinto gli acquarelli, ma prima che il pittore ci entrasse, nella casa!
Descrizioni ricche di particolari, dettagli, precisazioni; tanto ricche quanto sono ricche le sale, i gioielli, i palazzi che sono descritti.
Che se qualcuno si prova a dire che il Signore degli Anelli è troppo descrittivo... beh... compariamolo con questi libri e rimarremo sbalorditi dalla scarnezza delle descrizioni Tolkeniane (è un aggettivo e andrebbe minuscolo, ma non me ne frega niente: Tolkien è sempre maiuscolo!).

Tutte queste cose dovrebbero rendere il libro a me illeggibile. Pardon: i libri (tre... trilogia).

E invece sono dei libri bellissimi. La storia è interessante fin dalle prime pagine. Il mondo creato è filosoficamente pregnante. Dialoghi di una abilità inumana. Le descrizioni godibilissime, anche se, ammettiamolo, appesantiscono il tutto e un poco rovinano quelli che potrebbero benissimo essere considerati capolavori imperdibili da tutti gli appassionati. I personaggi, che parrebbero avere lo spessore di una velina (intesa come carta, ma anche come ballerina televisiva; ovviamente nel senso della personalità, visto che le veline sono parecchio in carne...), in realtà sono ottimamente strutturati e si distaccano dagli stereotipi del genere.
Il tutto condito da cultura classica greco-romana a profusione.

La storia si dipana al contrario. Ma non lasciatevi ingannare: è sempre meglio cominciare dal primo, poi il secondo e finire col terzo.
Tengo tiempo, entonces escribo. He acabado de hacer el trabajo del conserje a las cuatro. A las cinco he acabado de hacer tontarias. Los suecos se despertan a las seis. Tengo una hora para tocar los uevos a vosotros.

Zimiamvia
Son tres libros (me acuerda de algo... pero no, estos son mas antiguos), escritos, directos y enterpretados da un autor desconocido. Solo los jilipoias de los mas addictos al genero fantasy pueden saber quien ha escrito estos. Se llama Eric Rucker Eddison.

Los libros enarran la historia de un guapo increible, que sabe hacer todo lo que se puede hacer en una manera que lo de mas se cagan en la leche cuando le veen. Baila, hace la guerra y el amor... todo como se fuera caminar. Podria estarme arriba de los cojones... pero no...

El mundo dipictado en estos libros es un mundo fantastico, medieval y gentil, con chicas que son todas princesas, chicos que son todos caballeros, si, tanbien los malos son caballeros, pero caballeros hijos de putas(no una, muchas). Hay palacios que son castillos, castillos que son castillos imprendibles, montañas crueles como el mar, olas altas como las montañas, llanuras que parecen nunca acabar, princecas escondidas en palacios lejos del mundo y que buitres sin corazon quieren matar.
Todo esto, y mucho mas, escrito y describido en un idioma rico como el alioli de Gemma, que pero parece nunca acabar el tambien. Y que pero queda bien.

Entonces libros muy muy buenos. Un poco pesados porque las descripciones son muy largas, pero que quien dice de amar la fantasy tiene que leer.

Suerte!

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